Fontana delle api

Non poteva che essere teatro di storie, leggende e misteri la Fontana delle api, una delle molte fontane in Roma che portano il nome di animali

La Fontana delle api fu realizzata da Gian Lorenzo Bernini nel 1644 e posta all’angolo con Via Felice, l’attuale Via Sistina.
Nel 1871 venne scomposta a causa del suo intralcio al traffico e posta in deposito comunale, nel “Magazzino dei Selci a Testaccio”.
Nel 1920, su sollecitazione di alcuni studiosi, venne ricomposta e posta all’inizio di Via Veneto.
La fontana è rappresentata da una conchiglia e tre api barberiniane versano acqua nella valva. Nella valva verticale un’iscrizione fu protagonista di un curioso episodio: l’iscrizione nominava il XXII anno di ponteficato di Papa Urbano VIII (1623 – 1644). Il Bernini aveva nominato il XXII anno in quanto mancavano solo due mesi all’evento. A seguito di questo il cardinal Barberini fece rimuovere l’ultima lettera e l’anno divenne il XXI. Togliere la lettere però fece sembrare che l’incisione sottintendesse che il Papa non sarebbe arrivato al XXII cosa che realmente accadde in quanto il Papa morì otto giorni prima del completarsi del XII anno.

Curiosità

Gian Lorenzo Berini ottenne da Papa Urbano VIII, oltre al prestabilito pagamento per l’opera, due once d’acqua (40.000 litri) che provvedé subito a rivendere al doppio del prezzo allora stabilito per l’acqua che benché Roma ne avesse in abbondanza, veniva ancora pagata cara ed in alcune zone era ancora del tutto assente.

Il Balcone sconosciuto

Dal 1600 al 1950, per oltre 3 secoli, piazza Barberini, che al tempo era una zona periferica, era ambito teatro di prediche all’aperto. I fedeli, per questo, misero a disposizione il balcone del secondo piano all’angolo tra piazza Barberini  e Via di San Basilio. Da questo balcone predicarono nel corso del tempo San Leonardo da Porto Maurizio e San Gaspare da Bufalo e vi impartirono la benedizione eucaristica Papa Pio VI nel 1796 e  Papa Pio VII nel 1814.

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